La rabbia.. quell'ardore intenso che riesce a sprigionare tutta la tua energia.
Moriresti e faresti morire per un po’ di rabbia.
In preda alla rabbia non vedi più niente.
Gli occhi si accecano, il corpo si appesantisce, la mente sprofonda nel niente
Ma l’unica cosa che ti rimane è la potenza fisica che ti farebbe spaccare le pietre,
ti farebbe sradicare gli alberi e capovolgere le auto.
Ti farebbe camminare per chilometri senza farti sentire la stanchezza,
ti surriscalderebbe talmente tanto lo spirito da non farti patire il freddo invernale.
Questa rabbia che ti pervade, ti corrode il fegato, ti consuma il cuore.
Sfogare la mia rabbia sarebbe come togliere un bicchiere d’oceano.
Non si placa, non si ferma..quella è perfida.
Si insinua dentro di te ma senza il tuo permesso.
Avanza silenziosa, strisciante, viscida come un verme grinzoso.
E ti mangia dentro, ti dilania la carne come un avvoltoio dilania la sua carcassa.
Ti rende irritabile, irascibile e vulnerabile.
Non puoi controllarla, è lei che controlla te.
Non puoi annientarla, è lei che annienta te.
Logora talmente tanto che di te lascia solo l’impotente rimorso.
Per non aver agito, per aver agito diversamente, per aver agito troppo, male, erroneamente.
Per essere stata in quel posto, a quell’ora, con quella gente.
Per aver parlato, visto, sentito.
Per aver conosciuto, provato, sbagliato.
E il rimorso, ahimè, ti finisce l’anima come un colpo di pistola dritto al cuore.
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