venerdì 30 marzo 2012

Aspettare.



Aspetta, Giulia, aspetta. 

Questa parola mi rimbomba nel cervello, mi fracassa la mente, mi distrugge i neuroni. 
Aspetto cosa? Non sono paziente, non lo ero e non lo sarò mai.
Eppure aspetto intrappolata in una rete d'agonia e guardo il mondo ad occhi chiusi.
Nel mentre mi ripeto: aspettare, Giulia, aspettare.
Aspettare che venga qualcuno ad aprirmi gli occhi per mostrarmi una realtà innaturale che ormai mi sono persa. 
Aspettare di risvegliarmi dall'incubo per capire quanto in basso sono caduta e quanto continuo ad affondare.
Aspettare, aspettare..
  • E se? E poi? Ma io?
  • Aspettare, aspettare..
  • Però lei, anche se noi..
  • Aspettare, Giulia, aspettare.
  • Shhhh, dirò alla mia impazienza di aspettare, shh, aspettare, aspettare.

mercoledì 21 marzo 2012

Affogare in una lacrima

Sono stravolta, smarrita, persa,
guardo la finestra di pioggia tersa.
A quell'effluvio mi aggiungo,
di un abbraccio mi cingo,
alla finestra mi sporgo.
Un gelido pianto si fonde
a una goccia di ghiaccio..
..vorrei star fra le onde
ma nella mente io giaccio.
Giaccio sopita col cuore distrutto
e intanto ripeto: ''Adesso mi butto''. 

domenica 11 marzo 2012

La rabbia.


La rabbia.. quell'ardore intenso che riesce a sprigionare tutta la tua energia.
Moriresti e faresti morire per un po’ di rabbia.
In preda alla rabbia non vedi più niente.
Gli occhi si accecano,  il corpo si appesantisce, la mente sprofonda nel niente
Ma l’unica cosa che ti rimane è la potenza fisica che ti farebbe spaccare le pietre, 
ti farebbe sradicare gli alberi e capovolgere le auto.
Ti farebbe camminare per chilometri senza farti sentire la stanchezza, 
ti farebbe digiunare per giorni senza farti sentire la fame, 
ti surriscalderebbe talmente tanto lo spirito da non farti patire il freddo invernale.
Questa rabbia che ti pervade, ti corrode il fegato, ti consuma il cuore.
Sfogare la mia rabbia sarebbe come togliere un bicchiere d’oceano.
Non si placa, non si ferma..quella è perfida.
Si insinua dentro di te ma senza il tuo permesso. 
Avanza silenziosa, strisciante, viscida come un verme grinzoso.
E ti mangia dentro, ti dilania la carne come un avvoltoio dilania la sua carcassa.
Ti rende irritabile, irascibile e vulnerabile.
Non puoi controllarla, è lei che controlla te.
Non puoi annientarla, è lei che annienta te.
Logora talmente tanto che di te lascia solo l’impotente rimorso.
Per non aver agito, per aver agito diversamente, per aver agito troppo, male, erroneamente.
Per essere stata in quel posto, a quell’ora, con quella gente.
Per aver parlato, visto, sentito.
Per aver conosciuto, provato, sbagliato.
E il rimorso, ahimè, ti finisce l’anima come un colpo di pistola dritto al cuore. 

venerdì 9 marzo 2012

Hate

Ho perso il mio dolce calore.
Non mi sento più in quel morbido abbraccio che un tempo mi cingeva.
Sbaglio io? Sbagliano gli altri?
Non lo so, riesco solo a capire che mi sento un completo errore:
sarebbe meglio se non esistessi.
Non voglio smuovere la compassione di nessuno,
non voglio passare da viziata perché non lo sono.
Vorrei solo essere il centro di qualcuno,
vorrei sentirmi importante almeno per un motivo
e invece mi ritrovo sempre sola con le ginocchia in terra ad ogni mio passo.
Le ferite mi pizzicano e guizzano come le fiamme di un falò.
Non mi rialzo e se mi rialzo avanzo per poco.
Poveri uomini, sembriamo burattini in mano agli altri,
bamboline in balia degli eventi.
Odio questo mio essere fragile,
odio il fatto che non dipenda da me ma dalle circostanze.
Odio le mie reazioni che invece di calmarmi mi aizzano.
Alla fine odio la me stessa che sto diventando:
guardandomi allo specchio non vedo quello che so di essere.
Odio non sapermi esprimere, se non scrivendo.

venerdì 2 marzo 2012

Irragionevol..mente.


irragionevole mente, sciocca.
mente che non funziona, che si stacca come la spina del televisore.
mente troppo stanca e piena per capire.
l'incapacità di scelta mi accompagna fedelmente come una cagna.
sempre accanto a me. sempre.
non ho direzioni, nè senso dell'orientamento, nè indicazioni.
sono un cieco che vaga.
sono sola in mezzo al tutto ma non mi riscontro in niente.
sono un'equilibrista sul filo..però non ho equilibrio.
sono un marinaio in balìa della tempesta e non so nuotare.
vago con delle toppe sugli occhi in un contesto che non mi si addice.
in un contesto che non comprendo e nel quale mi sento a disagio.
sarebbe tanto semplice decidere.
capire quale percorso seguire e buttarsi a capofitto in quella strada, in quell'obiettivo.
ma non ho niente di saldamente stabile.
ogni passo in avanti potrebbe farmi cadere.
sprofonderei in un buio ancora più buio, in un nero ancora più nero e allora davvero..
...che mi sentirei persa.
per questo me ne rimango ferma al mio posto.
immobile. invisibile. noiosamente statica.
davanti mi vedo passare la vita, le occasioni che per qualche strana ragione
non riesco a cogliere..o non voglio cogliere (?).
mi si presentano così tanti treni..e io che faccio?
chiudo gli occhi e aspetto che se ne vadano.
ma cosa sto combinando? perchè?
datemi una scossa, un pizzicotto, bucatemi con uno spillo.
attaccate la spina al posto mio, perchè il mio cervello l'ha staccata.