Son qua, immersa nella mia solitudine, che poi di fatto, non è una solitudine.
È una semplice fuga dal Mondo, dal casino eclettico che mi circonda affogandomi.
È la mia ancora di salvezza nei momenti caotici che riesce sempre a tranquillizzarmi.
Sono quieta e positiva nella mia solitudine perché posso dedicarmi tempo.
Posso pensare, riflettere, rimuginare..posso constatare, ispezionare e forse anche giudicare.
Giudicare..parola poco consona in effetti.
Ora che ci penso io non posso giudicare la mia vita.
Posso approvarla, odiarla, talvolta cambiarla..ma non giudicarla.
La vita, poi, in base a cosa si giudica?
In base al bene e al male? Alle persone? Al lavoro? Ai soldi? Alla felicità?
Cose essenzialmente soggettive.
Non ci è permesso giudicarla.
La vita è vita, basta.
A mio parere dovremmo essere estremamente frizzanti solo per il fatto di possederne una.
Per il fatto che abbiamo un percorso avviato e dobbiamo cercare di portarlo a termine.
Per l’opportunità di scegliere, deviare, modificare, gustare, annusare, osservare, pensare, godere e soffrire per poi tornare a sperare in un domani più dolce.
A volte mi chiedo: ma se io fossi la bouganville del mio giardino o il gatto della vicina oppure il sasso bianco del vialetto..
..cosa farei? Penserei? Proverei qualcosa? Cosa? Perché?
E invece sono umana tra gli umani, sono Giulia tra la miriade di persone e ogni tanto assaporandomi la mia solitudine dialogo coi miei pensieri contorti e realizzo di vivere, di esistere, di essere la me stessa lunatica e difficile che quotidianamente avanza imperterrita nella vita.
Vivo nella non solitudine; sono ed esisto nella mia dolce solitudine.
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