lunedì 11 febbraio 2013

La danza.


Marla, mia dolce Marla.
Ti sei alzata questa mattina e sei corsa da me.
Marla, piccola bastarda.
Cosa vedi riflessa? Mh?
Cosa sei diventata?
Cosa?
Un viscido verme o una meravigliosa farfalla?
Cosa sei Marla? Eh? 
Ti muovi subdola come una tarantola.
Tagliente come una sciabola.
Sei velenosa, sibilante, attenta.
Strisci pericolosa e aspetti.
Guardi, osservi, intenerisci, attacchi.
Che cazzo sei Marla? Piccola idiota, rispondi per la miseria!
Ti faccio paura eh? 
Eppure mi fissi.
Cosa ti attrae verso di me?
Fai sempre così. 
Ti avvicini lentamente e scruti.
Cosa hai da guardare, Marla? Cosa ti aspetti da me?
Io non ti capisco. 
Sei egoista e stupida.
Sì, sei fottuta, piccola mia.
È inutile che mi guardi.
Marla, smettila.
Mi spaventi così. Non avvicinarti.
Vattene, vattene via. 
Non voglio vederti.
Non posso sentire il tuo profumo.
Non ho intenzione di toccarti ancora, vattene via Marla.
Ascoltami, cazzo, scappa.
Lasciami stare. Non venire verso me. Non voglio.
Marla!
Marla no!
Frammenti taglienti, lucidi, appuntiti volano in aria.
Mi hai colpito, Marla.
Mi hai frantumato.
Scaglie vetrose fluttuano a terra, piccole.
E tu balli Marla.
Salti sopra i miei spigoli e tagli i tuoi piedi frenetici.
Marla ascoltami!
Ti stai facendo male.
Non senti il sangue uscire dai tagli?
Non brucia? Non frizzano le tue cicatrici?
Non ti senti svenire? Accidenti, stronza.
Ti sto dissanguando, prestami attenzione.
Non vedi che hai piedi liquidi?
Non senti le schegge penetrare nella tua morbida carne?
Non percepisci una stiletatta all'anima che ti contorce le budella? Maledizione!
Non mi senti, ancora.
Non mi senti o non vuoi sentirmi?
Cosa posso fare adesso?
Sei così bella, Marla.
Non senti il dolore e continui a ballare.
Hai gli occhi chiusi, ma le lacrime ti scendono comunque. 
Ondeggi il petto, attorcigli le dita.
Vibra il tuo ventre.
I fianchi scattano, rapidi, irrefrenabili. 
Schiocchi le dita.
Gridi.
I tuoi capelli vorticosi sono così leggeri.
Marla, mi farai impazzire prima o poi.
Batti le mani, sorde, decise, dure.
Gridi, ancora.
Apri gli occhi.
Adesso mi senti.
Mi vedi.
Vedi la lamina conficcata nella pelle.
Percepisci l'odiosa fitta. 
Lo senti il sangue, che scivola via, denso e veloce.
Ah. Adesso piangi, bastarda?
Ti ho avvertito così tanto e non mi hai mai ascoltato.
Piangi. Piangi, mia dolce Marla.
Sapevi che ti avrei fatto male.
Piangi, piccolo amore mio. 

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