domenica 15 dicembre 2013

Mia era una meraviglia.

Mia.
Era di cristallo.
Fragile,
come quelle palline di vetro
che brillavano sul suo albero di Natale.
Fragile,
ma una volta caduta a terra
si frantumava in spigoli affilati.
Tante volte si era ritrovata in mille pezzi,
finiti a terra senza motivo, senza spiegazione.
Tante volte i mille pezzi erano lasciati al caso,
aspettando che qualcuno li raccogliesse
per buttarli via,
senza nemmeno porsi il problema di ricomporli.
Mia era una ragazza senza tante pretese,
viveva di attimi e di spensieratezza.
Viveva di ricordi
scattando istantanee
di ogni momento felice.
Ma la felicità durava così poco
nel suo piccolo animo di bambina.
Il tempo fulmineo o fulminante
di un batter di ciglia.
Mia era una meraviglia,
una meraviglia che pochi stentano a credere.
Era bella
come le rose
coltivate nel proprio giardino.
Era dolce
come la panna
sul gelato.
Era buona
come un panino
appena sfornato.
Poi profumava.
Profumava di mentuccia e mandarini.
Profumava di mandorle e pompelmo.
Di cannella e bacche di vaniglia.
Mia era una meraviglia.  

"Fragile,
come quelle palline di vetro
che brillavano sul suo albero di Natale"
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