martedì 20 novembre 2012

Monologo sulle rotelle.

È stato come andare in bicicletta con le rotelle per anni, poi d'un tratto si sono staccate e io mi sono ritrovata a terra, sfasciata. Sì, è stata più o meno la solita cosa. E ho guardato così tanto le mie ginocchia sbucciate, c'ho pianto così tanto sopra un po' per il dolore, un po' perché avevo rotto i jeans, un po' perché avevo perso le rotelle. Le rotelle tutto sommato mi davano sicurezza. Però devo tornare a casa. A piedi ci vuole troppo e la mia bici è senza rotelle. Ohh, le mie amate rotelle. Posso scegliere di rimanere in questo posto anonimo per sempre, potrei anche morirci in effetti. Ma sarebbe una morte anonima (tanto quanto lo è il posto in cui mi trovo) e senza rotelle..e poi non mi va molto. A casa ci sono tante persone che mi aspettano, tante persone che vogliono curare le mie ginocchia sbucciate, ma dipende tutto da me. Cosa voglio fare? Lo so cosa devo fare ma ho paura di cadere di nuovo.Ho già le ginocchia sbucciate e se poi mi graffio anche i gomiti? Beh. No so. Il gioco vale la candela? Mah, io direi di sì. Okay dai, intanto mi rialzo. Ahi! Le sbucciature mi frizzano. Uffa, i miei jeans..erano i miei preferiti e..uffa, le mie rotelle. Che poi non so nemmeno dove siano finite. Semplicemente mi hanno abbandonato. Forse volevano dirmi di crescere, però, accidenti, che bel modo di dirlo! Potevano evitare di farmi stare tanto male. Bastava spiegarmelo e probabilmente le avrei tolte io stessa..le mie amate rotelle. Oh beh, forse no..c'ero molto affezionata alle mie rotelle e tutto sommato le ammiro ancora tanto. Non posso prendermela con loro anche se mi hanno fatto cadere e rompere le ginocchia, non posso arrabbiarmi. Alla fine..sono sempre le mie rotelle da qualche parte sperse nel mondo a sostenere la bici di chissà chi. Ma mi sono state vicino abbastanza dai, hanno fatto tanto per me ed è giusto che ora se ne siano andate. Se le vedessi direi: ''Siete state un po' sgarbate signorine rotelle'' ma finirei per riempirle di baci. Oh dai, mi sono alzata e ho tirato su la mia bici. Posso farcela! Monto in sella..oddio ho paura. Ho una paura tremenda, davvero. Ho il terrore di partire e rifinire sull'asfalto. L'asfalto non mi piace, gratta e ha un brutto colore. No basta, è tardi, dovevo tornare a casa da un pezzo e invece sono qua a rimuginare sul mio sangue. Dai, sono pronta. Chiudo gli occhi e faccio un bel respiro, un respiro profondo e intenso che mi riempie il cervello di ''oddue''. Perfetto, sento l'arietta che mi sfiora la pelle. Il sangue s'è rappreso e le lacrime non mi scendono più, si sono seccate sulle gote. Oh mamma, ma non ero coraggiosa una volta? No, lo sono ancora. Davanti a me ho una strada lunghissima, pare infinita e io, un giorno, la sorvolerò tutta con la mia bici di sempre e con le mie rotelle di mai.